" Dicono che hanno imparato a contare sulle proprie forze. Dicono che sanno cosa insieme significano. ..Dicono che è un mondo nuovo che comincia.. Tu dici che non ci sono parole per descrivere questo tempo, dici che non esiste. Ma ricordati. Fai uno sforzo per ricordarti. O, dove manca, inventa... Dicono, io mi rifiuto ormai di parlare questo linguaggio, io mi rifiuto di borbottare dietro a loro le parole di mancanza mancanza di pene mancanza di soldi mancanza di segno mancanza di nome..."
"Le Guerrigliere" è il secondo romanzo di Monique Wittig, scritto nel 1969. In Italia il testo è stato tradotto da tradotto da Ana Cuenca ( Bologna, La Porta Terra di donne, 2019).
Nel testo, Wittig narra le vicende di una collettività di donne che lotta, che cerca parole per dirsi, trasformando il linguaggio. Nel farlo, Wittig attraversa con dissacrante ironia tutte le strutture narrative note.
Vi si ritrova una violenza esplicita, una resistenza aggressiva nei confronti di un sistema (quello che trae forza e conferma dalla cultura patriarcale) che esercita violenza sulle donne.
E' il racconto di molte storie dentro a una storia, di presa di coscienza, di guerra e di memoria.