Ninḫursaĝ

04.06.2024

Trema in te l'aria al tramonto, arrivi come onda e poi dissolvi in un attimo ciò che conosco.  Un velo

Che si toglie

Una vecchia pelle

Un consumato intreccio di menzogne diventate verità al quale però è così difficile non credere

Per comodità

Per semplicità

Apparente


Non crepita il fuoco, resta muto di fronte alle parole

Date e non date, dette e trattenute, masticate con bramosia,

Ascoltate e non sentite

Alle quali manca l'altra metà


Ti porto l'altra metà mi hai detto un giorno,

uscendo da un covone di vento, con le tue ali che profumano di resina,

E lo sguardo bagnato.

Non posso sostenere i tuoi occhi, ci sono troppe conchiglie che chiamano dentro.


L'altra metà è la terra delle parole, mi dici, porgendomi un fagotto azzurro

Non so se prenderlo Ninḫursaĝ

A volte sono stanca di sentire la realtà che brucia come una ferita aperta sotto l'illusione


Ma tu continui a porgermelo sorridendo

E con pazienza aspetti, con leggerezza aspetti,

Io non invecchio, mi dici.


Dentro al fagotto c'è un canto

Mi si apre dentro  come un fiore, appena ne vengo a contatto, si allungano ali ignote sulla schiena

Non c'è catena che non possa diventare canto

Non essere codarda


Ninḫursaĝ non te ne andare

Ho tanto ancora da far nascere