Simtu, il destino
Le dita che senti intorno al tuo cuore sono le mie, sono mie le mani di vento tra i tuoi capelli, sono mie le mani di sale che fanno vibrare le onde della tua coscienza tra la veglia e il sonno. Sono io che accarezzo le discese e le lunghe salite del tuo fare, che si precipita verso il non tempo perché teme di non essere. Ma anche quando mi senti, quando la bussola del tuo cuore segue le note di luce con cui lo alimento, lasci intromettere la paura e mi parli con la lingua della mancanza e dell'abbandono.
Ma quando il tuo cuore scalpita come il mio cavallo, quando sei impaziente di bere e non ti accontenti di parole vuote che la lingua cerca di addolcire invano, allora prendi il rischio di lasciarti andare e osi. E insieme cominciamo a danzare il movimento ininterrotto del mare e inizi a navigare solo guardando le stelle. Impari a danzare guardandomi negli occhi, sentendo la musica delle mie mani.
Onda dopo onda ti stanchi di combattere, ti stanchi di volermi controllare, ti stanchi di doverti giudicare. Onda dopo onda, goccia dopo goccia, diventano troppi i cieli che reclamano i tuoi occhi, e ti accorgi che sono immensi gli orizzonti che il tuo corpo ha bisogno di attraversare. Eppure li senti tutti qui, tra le righe del mio palmo, tra i solchi ruvidi di quello che chiami "destino".
Allora non ti accontentare, danza, danzami, crea ogni giorno quell'imbarcazione con la quali percorri la dimensione dello spazio, anche se esiste solo dentro alla tua anima. Crea il tuo destino, nel cerchio armonico dei nostri passi intrecciaci, delle nostre dita che ricordano come tirar fuori l'essenza dal fiore, dei nostri piedi profumati di terra.
Senza la bussola celeste non puoi navigare, senza un cuore puro non puoi percorrere le sette stelle e ritrovarti al di là del grande vuoto. Per questo nel calice delle mie mani l'acqua non smette mai di muoversi a spirale.
Simtu è il nome della nostra danza, senza peso, senza tempo, senza traccia.