L'antidoto
Mi dici: "Porto sulle mie spalle grandi due giare d'acqua, i miei fianchi dondolanti la fanno cantare e la strada che percorro diventa una canzone sussurrata all'orecchio. Porto la purezza e la forza del sole che si è specchiato nel fiume e si è riconosciuto, da allora non ho l'ho più perso, non ho più abbandonato né tradito il disegno che sono venuta a incarnare."
"Anima d'acqua", ti dico, "oggi celebro la tua costanza, benedico le tue spalle forti, benedico le tue mani e ti ringrazio per la sete che togli agli spiriti passeggeri del Mondo. Oggi la mia danza eleverà il tuo corpo e potremo contemplare i nostri passi nella spirale, senza perderne una scintilla, come si scruta il volo degli uccelli."
Mi dici: "La tua danza crea direzioni aperte nel mio cuore. Posso riunire il mare e il cielo in un unico spazio. La mia lingua è senza peso, la mia lingua crea parole sconosciute con cui chiamarti, con cui amarti senza paura, ora che ho imparato l'immensità del nulla".
"Solo così posso ascoltarti", ti rispondo, "solo così posso venirti incontro nella nebbia dei fossi freddi, dove hai imparato a camminare con grazia, e attraversare il ponte che l'albero che ci riunisce ha creato sotto le apparenze."
Ti dico: "Io sono l'antidoto che hai cercato nel tuo viaggio verso la conoscenza, poiché conosco il veleno che c'è nel tuo cuore. Conosco la tenebra che ti ha accecato e le corde che ti hanno tenuta legata. Ti dico: "Senza quell'abisso che ti porti dentro non mi avresti potuta conoscere, non mi avresti cercata, non avresti percorso la strada per arrivare a me."
Oggi che mi porti con te sulle tue grandi spalle è il giorno in cui ti svelo che la guarigione non è mai lontana dalla distruzione, e se è necessario fare due passi per avanzare, se è necessario conoscere la dualità, è solo per cercare ciò che la dissolve.