La terra leggera
Cadono a pezzi dal cielo le ultime illusioni, gli involucri vuoti, le promesse infrante. I sogni di cartone si sono bagnati con la pioggia, non ha potuto ripararli l'albero tagliato, non li ha fatti crescere il vento arrabbiato. Le antiche storie sono state date in pasto a pesci affamati tenuti dentro a strette reti squallide, e la poesia è stata sostituita con la dottrina, che con una mano ti dà il pane e con l'altra ti soffoca.
Cammini sui vetri infranti ma senza tagliarti, poiché sono resti di false finestre sul mondo, aperture che non fanno passare la luce ma il riflesso del mosaico di minuscoli specchi dove compare all'infinito la stessa immagine, un'ossessiva sequenza di gabbie dorate che pretende di controllare la vita.
E' tempo che tu disconosca le tue origini, è tempo di salpare verso nuove sponde e di lasciare indietro la tua identità, tutto ciò che sei stato e a cui hai creduto, perché un intero continente sta sprofondando.
Solo inabissandosi quella parte dell'umanità che non produce nient'altro che menzogne potrà ritornare alla fonte e purificarsi. Il sale la nobiliterà di nuovo, le alghe l'accarezzeranno a lungo, dandole ancora una speranza di rinascita. Solo nell'abisso ritroverà la via verso le stelle.
Così la terra leggera si sveglierà dal suo lungo sonno e comincerà a fiorire. Fiori che modificheranno l'orizzonte, fiori che assorbiranno il tempo. Il cielo si riempirà di profumi e il giorno scivolerà come una mano sulla spiga poiché là dove cadrà la notte sarà di nuovo amica, la notte sarà di nuovo ristoro, e l'utero/notte verrà riconosciuto come un sacro mistero.